Il linfoma del gatto o felino è una tumore sistemico caratterizzato dalla proliferazione incontrollata di cellule linfoidi maligne, che può interessare i linfonodi e i tessuti linfoidi presenti negli organi viscerali. Il linfoma del gatto costituisce più del 50% dei tumori dei nostri felini.
Sono tre le forme più comuni di linfoma del gatto, individuate in base agli organi interessati:
FORMA MULTICENTRICA: con coinvolgimento linfonodale multiplo e possibile interessamento anche di milza e fegato; sono colpiti GATTI giovani e adulti
FORMA MEDIASTINICA: interessa il timo e i linfonodi associati; si verifica in soggetti giovani
FORMA ALIMENTARE: colpisce il tratto gastro-intestinale e i linfonodi circostanti, soprattutto in gatti adulti o anziani ed è la forma di linfoma del gatto più frequente.
Esiste anche un’ulteriore forma, ma che si verifica in maniera sporadica rispetto alle precedenti, definita
EXTRANODALE ( RARO), che può colpire organi quali: sistema nervoso centrale, occhi, reni, cute, cavità nasali.
Per quanto riguarda la tipologia cellulare esiste un linfoma del gatto ad
_alto grado di malignità, composto da grandi cellule
_a basso grado di malignita’, composto da piccole cellule.
Questa differenza delle cellule coinvolte (citologica) influenza il comportamento della neoplasia, ma anche la terapia e la prognosi.
SINTOMI
I sintomi che un gatto con linfoma può presentare sono abbastanza aspecifici e condivisi con molte patologie differenti. In base a quali organi sono colpiti dalla neoplasia l’animale può presentare:
letargia
progressiva perdita dell’appetito
calo ponderale
diarrea cronica
vomito
pelo arruffato
difficoltà respiratoria
tosse
rigurgito
gonfiore agli arti e al collo
DIAGNOSI
La diagnosi del linfoma del gatto si basa su una serie di osservazioni e test, ma bisogna ricordare che :
la diagnosi definitiva di linfoma si può ottenere solo attraverso un esame citologico o istologico dei tessuti nel caso del linfoma alimentare si deve eseguire la biopsia a tutto spessore della parete intestinale in endoscopia o laparotomia.
Esame fisico:
linfoadenomegalia in differenti sedi
ispessimento della parete intestinale
Ecografia:
linfonodi viscerali aumentati di volume
masse localizzate o ispessimento della parete gastrica e intestinale con perdita della normale stratificazione
riduzione della motilità intestinale
ascite
Esame del sangue:
si osserva l’alterazione di differenti valori, in base alla localizzazione della neoplasia
anemia, leucopenia
lieve ipoalbuminemia
iperglobulinemia
aumento degli enzimi epatici
livelli elevati di urea e creatinina
ipoglicemia
raramente ipercalcemia.
E’ necessario anche effettuare i test per Fiv e FELV.
E’ stato, infatti, verificato che entrambi questi virus possono aumentare la probabilità di sviluppare il linfoma del gatto: il primo, cioè il virus della leucemia felina, svolgendo un ruolo attivo nella formazione del tumore, mentre il virus dell’immunodeficienza felina ha un ruolo indiretto nello sviluppo della neoplasia in quanto determina un calo delle difese immunitarie.
Dagli anni ’80, però, con la diffusione del vaccino contro la leucemia felina è aumentata l’incidenza del linfoma alimentare, che è quello che ha mostrato una minore associazione con questa infezione virale e si riscontra soprattutto in gatti di età media intorno ai 10 anni e FELV negativi.
Bisogna ricordare che :
la diagnosi definitiva di linfoma si può ottenere solo attraverso un esame citologico o istologico dei tessuti; nel caso del linfoma alimentare la biopsia a tutto spessore della parete intestinale si esegue in endoscopia o laparotomia.
TERAPIA
La terapia si basa sull’impiego di farmaci chemioterapici e non, in associazione tra loro. Il protocollo più impiegato nel trattamento di gatti con varie forme linfoma viene indicato con la sigla COP e si basa sull’impiego di: Ciclofosfamide (300 mg/m2 per os, ogni 3 settimane), Vincristina (0,75 mg/m2 endovena, ogni 3 settimane), Prednisone (2 mg/kg per os, continuativo) per un anno e con l’aggiunta della Doxorubicina.
E’ importante anche una terapia nutrizionale di supporto, in particolare nei gatti con linfoma alimentare, basata su: supplementazione di cobalamina, somministrazione orale di stimolanti dell’appetito, come la ciproeptadina, e di metoclopramide per controllare nausea e vomito.
Negli animali nei quali permane anoressia, può rendersi anche necessario l’ inserimento di un tubo per l’alimentazione artificiale tramite esofagostomia o gastrostomia.
PROGNOSI
La prognosi è influenzata da vari fattori quali: la risposta iniziale alla chemioterapia, lo stato di salute dell’animale, il tipo cellulare del tumore, la positività o meno al virus della leucemia felina. In generale, però, il tempo medio di sopravvivenza in gatti sottoposti a terapia, va dai 7 ai 10 mesi nei casi di linfoma alimentare, dai 2 ai 3 mesi in giovani gatti FELV positivi affetti da linfoma mediastinico e dai 3 ai 6 mesi in gatti con linfoma renale primario.
Il linfoma nasale (una delle forme extranodali) è quello che ha una prognosi più favorevole, con un tempo di sopravvivenza medio di un anno e mezzo, in quanto è possibile tenerlo sotto controllo anche con radioterapia locale.